PRAGA 1968. Socialismo e libertà

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In quel turbinio di avvenimenti che è stato il Sessantotto ebbero un breve momento di notorietà le vicende di un piccolo paese di 14 milioni di abitanti collocato al centro dell’Europa. Allora si parlò tanto del coraggio di uno slovacco timido e insicuro che aveva osato sfidare nientemeno che il segretario del Pcus, nonché presidente dell’Urss. Indignarono il mondo le immagini dei carri armati per le strade di una delle città più belle del pianeta, ci si chiese che cosa sarebbe stato, dopo quel 21 agosto, del movimento internazionale che ci si ostinava a chiamare «comunista». Commossero fino alle lacrime le immagini di un giovane studente che a Praga si era dato fuoco per protesta e ai cui funerali partecipò una folla di mezzo milione di persone.
Prefazione di Mamadou Ly.

2001, pp. 180

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